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Metodi per la valutazione d’azienda

scritto da Francesco Zito il 21 Marzo 2008

La valutazione d’azienda consiste nell’attribuzione di un valore ad un’azienda funzionante, attraveso i criteri più accreditati: patrimoniale, reddituale, patrimoniale misto, discount cash flow, EVA. Queste valutazioni vengono effettuate attraverso l’analisi di bilancio degli ultimi 3 esercizi, alla quale si accompagna la redazione di un business plan ottenuto attraverso la simulazione degli accadimenti futuri, in modo da ridurre l’incertezza e quindi il rischio in ogni decisione.
Si imputano i dati dei bilanci storici, in modo da effettuare un’analisi sui risultati conseguiti nel passato dall’azienda cliente, rilevando allo stesso tempo, la sua struttura economica e finanziaria. Successivamente vengono raccolte le altre informazioni necessarie per sviluppare la parte previsionale. A questo punto si procede alla determinazione del valore dell’azienda sulla base del più idoneo fra i seguenti criteri (o tenendo conto di un mix fra essi).

1. Metodo patrimoniale puro. Secondo questo metodo l’azienda viene vista come un insieme di attività e passività, delle quali il patrimonio rappresenta contabilmente la somma algebrica. Le varie voci dello stato patrimoniale non vengono valorizzate al valore contabile, ma al valore corrente.

2. Metodo reddituale puro. Tale metodo si fonda sul presupposto che dato un reddito durevole é possibile determinare il valore del capitale che lo ha generato se si fissa il tasso al quale il capitale é stato impiegato. Il valore del capitale é tanto minore quanto maggiore é il saggio di interesse. Il criterio di valutazione in esame é applicato al suo stato puro in poche circostanze. Infatti non tiene assolutamente conto del fattore patrimoniale dell’azienda e presuppone un arco temporale di durata della redditività estremamente duraturo. Può quindi ritenersi appropriato per la valutazione di formule imprenditoriali caratterizzate da scarso fattore patrimoniale ed elevato grado di certezza in relazione alla durevolezza della redditività. É comunque di estremo interesse perché esprime con immediatezza il valore reddituale dell’azienda. Mettendo in relazione tale valore con quello determinato attraverso il metodo patrimoniale puro, si ottiene un valore di sintesi piuttosto significativo.

3. Metodo patrimoniale misto. Il metodo patrimoniale misto, a differenza dei metodi puri, considera che il valore attribuibile ad un’azienda in grado di svolgere un’attività economicamente redditizia può essere superiore a quello derivabile dalla somma algebrica dei valori delle singole attività/passività. Ciò equivale a dire che all’azienda è attribuibile un avviamento, che costituisce un attivo contabilmente inespresso ma economicamente dotato di un valore. Tale metodo considera il valore dell’azienda come funzione del suo patrimonio isolatamente apprezzato e di un avviamento o goodwill (badwill nel caso di valore negativo) definito in funzione del surplus di reddito che il capitale investito nell’azienda stessa genererà per “n” esercizi rispetto al reddito normale atteso dal settore in cui l’azienda si trova ad operare. La valutazione della società è quindi la somma algebrica di due componenti: il patrimonio netto tangibile rettificato e il goodwill/badwill. L’aspetto preponderante della valutazione è la stima del patrimonio netto. La valorizzazione della redditività prospettica attraverso il calcolo del goodwill è infatti residuale rispetto alla valorizzazione degli asseti patrimoniali. I tassi di interesse necessari per il calcolo dell’avviamento sono di due tipi:
- tasso di interesse ritenuto normale: consiste nel tasso di rendimento medio del settore in cui opera l’azienda, e l’avviamento rispecchierà la maggiore redditività dell’impresa ceduta;

- tasso di attualizzazione: é il tasso di natura finanziaria con il quale verrà attualizzata la corrente futura dei redditi.

4. Metodo E.V.A. L’Economic Value Added (E.V.A.) rappresenta un indicatore di performance dell’azienda, al pari di ROI (Return on Investment) e ROE (Return on Equity). In particolare il giudizio segnalato da questo parametro rappresenterebbe il valore generato o distrutto dall’azienda nel corso di un determinato esercizio. Il significato etico dell’impostazione metodologica dell’EVA consiste nel fatto che l’investimento “azienda” è finanziato con capitale valutato dal mercato, e, quindi, l’azienda genera valore, solo se riesce a non consumare inutilmente tale preziosa risorsa, ovvero se riesce ad ottenere un rendimento del capitale superiore al suo costo. La validità dell’EVA consiste nella capacità di giudicare la redditività dell’azienda commisurandola contemporaneamente alla necessità di capitale e al costo del capitale stesso. In tal modo vengono ad essere racchiusi in un sintetico misuratore parametri di tipo reddituale-patrimoniale e finanziario. Tale metodologia trae spunto dalle impostazioni patrimoniali miste con determinazione autonoma dell’avviamento. In questo caso, tuttavia l’avviamento viene determinato in maniera finanziaria, tramite l’EVA appunto. Se infatti nei metodi patrimoniali misti l’avviamento è quantificato tramite la capitalizzazione dei sovrarendimenti previsti rispetto alla media del settore, nel metodo in esame ad essere attualizzati e quindi capitalizzati sono appunti gli Economic Value Added attesi.

5. Metodo finanziario (Discount Cash Flows). Tra i vari metodi per determinare il valore dell’impresa quelli probabilmente più diffusi, perlomeno nelle economie anglosassoni, sono rappresentati dai metodi finanziari; per essi il valore dell’impresa deriva dal valore attualizzato dei flussi di cassa attesi. Tale metodo di valutazione (Discounted Cash Flow) è basato sulla proiezione prospettica dei flussi di cassa dell’azienda (incassi operativi - esborsi per investimenti +/- generazioni/assorbimenti di cassa derivanti dalla gestione del capitale circolante netto - aliquota pro-forma d’imposta) scontati ad un tasso che esprime il costo medio ponderato del capitale (WACC) composto da una media ponderata del rendimento delle attività senza rischio + un premio al rischio e del costo del debito finanziario.

Questo articolo è stato pubblicato il 21 Marzo 2008 alle 09:47 ed è archiviato in Economia aziendale.
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